c’era una volta

Tanto per cambiare disegnavo, come testimonia la vecchia foto ritrovata in un cassetto.

Ho acquistato su Ebay uno stock di vecchi numeri del Corriere dei Ragazzi degli anni 70. Una delle cose più divertenti nello sfogliare le vecchie riviste per me è vedere le pubblicità dell’epoca. Ecco qui la reclàme dei mitici pupazzetti (oggi si dice action figures) di Tex Willer e dei suoi amici, tutti snodati e vestiti di vera stoffa, realizzati per la serie dei “supereroi” della Baravelli!

Ebbene sì, sono “gobbo”, cioè juventino e, anche se adesso seguo poco il calcio, la vittoria dello scudetto della vecchia signora mi fa molto piacere. Gli scudetti vinti sul campo dalla Juve sono trenta e, trent’anni fa, io entravo a far parte della mia prima squadra di calcio, la Urmet che, guarda caso, aveva le maglie bianconere… Ecco la foto d’epoca, dove sfoggiavo il mio ciuffo di capelli (sigh) e la mia divisa grigia da portiere.

Rovistando tra vecchie cose è saltata fuori questa pagina di fumetto che riassume la mia giornata tipo quando avevo 14 anni e… una grande opinione di me stesso! Per la cronaca: pesce, fegato e bollito sono i cibi che più detesto. Click sull’immagine per ingrandirla.

Ho avuto occasione, la scorsa settimana, di fare un salto al museo del cinema di Torino, dove c’è una bellissima mostra dedicata ai personaggi della Warner Bros. Qual’è il mio personaggio Warner preferito? Ovviamente Wile E. Coyote! Tanti anni fa ebbi anche l’occasione di disegnarlo e di realizzare un animatic per una campagna pubblicitaria di candele per auto di cui il buon Coyote e il Bip Bip erano testimonial. Eccomi al museo con uno dei model sheet del personaggio, e sotto un folder che disegnai per quella vecchia campagna pubblicitaria.

In questi giorni sto mettendo ordine tra scatoloni pieni di vecchie cose. Dagli scatoloni sono usciti un sacco di ricordi, tra i quali queste polaroid che mi ritraggono nei panni di Wile E. Coyote e di D-3Bo nella mia cameretta in occasione di un paio di carnevali di molti anni fa. Costumi rigorosamente fatti a mano da mia mamma con santa pazienza, il Coyote tutto di panno e peluche (maschera compresa) e D-3bo tutto gommapiuma rivestita di stoffa dorata. Che lavorone, povera mamma! Il tutto perchè io, ormai grande, le confessai che da bambino mi sarebbe piaciuto avere il vestito da zorro, ma non ebbi mai il coraggio di chiederlo perchè sapevo che a lei e a mio papà il carnevale non piaceva. E così la mamma si mise al lavoro per regalarmi i carnevali che non ebbi da bambino. E che carnevali! C1p8 invece lo costruii io, con un fustino rivestito di cartone, un’insalatiera e due motorini blu della Lego sotto le zampe per permettergli di muoversi. Altri tempi… Click per ingrandire l’immagine.

Dell’artista Moebius non c’è nulla che non sia già stato detto e che non verrà ribadito in questi giorni. Voglio condividere questo episodio personale che invece secondo me racconta la grandezza dell’uomo.

Expocartoon del 1999, Moebius ospite d’onore. Sabato sera, cena offerta dagli organizzatori agli autori e agli addetti del settore. Io ero al tavolo riservato alla Bonelli, assieme ad alcuni colleghi, tra i quali l’amico Federico Memola. Qualche metro più in là, il tavolo di Moebius. Durante la cena, inevitabilmente parlammo di lui, di come la sua arte ci avesse colpito, segnato, ispirato. Confessai agli altri di non avere il coraggio di andare a stringergli la mano, sebbene desiderassi farlo. Cercavo perfino di evitare di incrociare il suo sguardo, sotto il peso di un timore reverenziale ed una sciocca timidezza, di quelle che ti paralizzano e ti fanno apparire stupido e persino sgarbato. La cena proseguì. Tra una portata e l’altra ad un tratto mi sentii toccare una spalla. Era Federico che, senza che io lo notassi, era andato al tavolo di Moebius e, raccontandogli forse del povero fumettista timido, lo aveva sfacciatamente condotto proprio davanti a me. “Bhè, adesso è qui, digli qualcosa!” Ricordo vagamente la frase dell’amico che mi esortava ad uscire dalla paralisi e dall’imbarazzo che mi colpirono di fronte al Maestro. Non spiaccicavo una parola di francese, mi rivolsi a Federico, perchè traducesse e perchè sarebbe stato sacrlilego dal mio punto di vista rivolgermi direttamente al mito. “Digli… digli che mi ha fatto sognare!” Balbettai, rosso in volto e con le gocce di sudore freddo sulla schiena. Jean Giraud, Moebius, non ebbe bisogno della traduzione, capì. Si avvicinò e semplicemente mi diede un bacio sulla guancia, come un padre affettuoso e premuroso con uno dei suoi figli.

Potrei fermarmi qui, ma c’è un’appendice di quella serata che aggiunge qualcosa: a fine cena Moebius prese a girare per i tavoli con un piccolo bloc notes, che porse ai disegnatori presenti pregando tutti di fargli un disegnino, un ricordo che avrebbe donato alla moglie. Così, quando fu il mio turno, disegnai incredulo e tremante un piccolo Jonathan Steele nel taccuino del Maestro.

Questo era l’uomo che ebbi la fortuna di conoscere.

Dalle profondità nascoste dei miei cassetti è saltato fuori questo adattamento a fumetti della serie tv  Spazio 1999, scritto e disegnato quando avevo circa 14 anni. Copertina realizzata a china e tempera, interni a pennarello, rilegatura con filo di lana, storia completa di 18 pagine! Beata gioventù! Click sull’immagine per ingrandirla.

Mettendo ordine nel mio hard disk, sono saltate fuori alcune illustrazioni digitali realizzate per uno dei miei progetti che mai hanno visto la luce, Teenstorm. Questa è del 2004 e vede la protagonista della serie, Joelle, alle prese con un tizio palestrato blu dall’aria poco raccomandabile… Come sempre, click sull’immagine per ingrandirla.

Segnalo molto volentieri che l’amico Federico Memola ha aperto un blog dedicato alle avventure di Agenzia Incantesimi, lo spin-off di Jonathan Steele con protagoniste le provocanti Myriam e Jasmine. In questo blog verranno rilasciati e rieditati tutti gli episodi della serie, disegnata da talenti di prim’ordine. Leggere l’elenco degli artisti sul blog per credere, ne vale la pena! Intanto, se volete, potete cliccare sull’immagine qui sotto per vedere Myriam (e Jonathan) a maggior risoluzione, in una vecchia illustrazione di dieci (oh perbacco!) anni fa…

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