Come tanti ingenuotti ragazzini nati negli anni sessanta, gli anni duemila me li immaginavo più o meno come si vedevano negli episodi dei Pronipoti. Auto volanti, palazzi risplendenti, tecnologia all’avanguardia, ma soprattutto pulizia e civiltà.

Siamo nell’anno 2010 e la strada davanti casa mia è così come si vede qui sotto. Esco dal cancello ed entro direttamente in una pozza di fango. Si vabbè, ho voluto vivere in campagna? Sì, però a suo tempo per poter vivere in campagna, ho dovuto sborsare al comune 25 milioni del vecchio conio per i cosiddetti “oneri di urbanizzazione”, quei soldi, cioè, che i comuni dovrebbero utilizzare per fare le cosiddette opere di urbanizzazione primaria. Strade, fognature, riscaldamento. Dopo tredici anni che vivo in campagna ho le tubature del gas? No. Ho la fognatura? Figurarsi! Questo però sarebbe pretendere l’impossibile, nel civile mondo del 2010. Ma duecento metri di asfalto, dico duecento scarsi, in tredici anni, porca zozza, non mi sembra di chiedere troppo! Ah, per la cronaca però prossimamente verranno nuovamente rifatti gli asfalti nelle piazze centrali del paese. E io ci andrò a passeggiare felice con le mie belle scarpe infangate.

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