vita da fumettista

Grazie ad un post del mio “collega” Stefano Martino su Facebook ho conosciuto un autore di cui, mea culpa, ignoravo totalmente l’esistenza: Leonard Starr. Sono riuscito a recuperare un po’ di immagini sul web ed è stato amore a prima vista: un segno chiaro, pulito, bei personaggi e una messa in scena ricca ma sempre leggibilissima. Un genio, secondo me. Grazie ad Ebay, sono riuscito a procurarmi un vecchio volume edito dall’Anafi, eccolo qui! Grande, grandissimo Leonard Starr!

Un piccolo stacco dal lavoro ogni tanto ci vuole! Grazie ad Antonio e Graziella per la bella mezza giornata trascorsa in località Vervez nella bellissima Val d’Aosta, dove il tempo è stato abbastanza clemente da permetterci di fare una rilassante passeggiata, scortati da una gatta mannara incinta incontrata per strada, che ha protetto il nostro cammino mettendo in fuga un piccolo branco di cani gay. (E’ tutto vero!)

Rovistando tra vecchie cose è saltata fuori questa pagina di fumetto che riassume la mia giornata tipo quando avevo 14 anni e… una grande opinione di me stesso! Per la cronaca: pesce, fegato e bollito sono i cibi che più detesto. Click sull’immagine per ingrandirla.

Da oggi su Cartoonmag potete leggere un’intervista al sottoscrtitto realizzata da Veronica Lisotti. Grazie a Veronica e a Cartoonmag!

Dell’artista Moebius non c’è nulla che non sia già stato detto e che non verrà ribadito in questi giorni. Voglio condividere questo episodio personale che invece secondo me racconta la grandezza dell’uomo.

Expocartoon del 1999, Moebius ospite d’onore. Sabato sera, cena offerta dagli organizzatori agli autori e agli addetti del settore. Io ero al tavolo riservato alla Bonelli, assieme ad alcuni colleghi, tra i quali l’amico Federico Memola. Qualche metro più in là, il tavolo di Moebius. Durante la cena, inevitabilmente parlammo di lui, di come la sua arte ci avesse colpito, segnato, ispirato. Confessai agli altri di non avere il coraggio di andare a stringergli la mano, sebbene desiderassi farlo. Cercavo perfino di evitare di incrociare il suo sguardo, sotto il peso di un timore reverenziale ed una sciocca timidezza, di quelle che ti paralizzano e ti fanno apparire stupido e persino sgarbato. La cena proseguì. Tra una portata e l’altra ad un tratto mi sentii toccare una spalla. Era Federico che, senza che io lo notassi, era andato al tavolo di Moebius e, raccontandogli forse del povero fumettista timido, lo aveva sfacciatamente condotto proprio davanti a me. “Bhè, adesso è qui, digli qualcosa!” Ricordo vagamente la frase dell’amico che mi esortava ad uscire dalla paralisi e dall’imbarazzo che mi colpirono di fronte al Maestro. Non spiaccicavo una parola di francese, mi rivolsi a Federico, perchè traducesse e perchè sarebbe stato sacrlilego dal mio punto di vista rivolgermi direttamente al mito. “Digli… digli che mi ha fatto sognare!” Balbettai, rosso in volto e con le gocce di sudore freddo sulla schiena. Jean Giraud, Moebius, non ebbe bisogno della traduzione, capì. Si avvicinò e semplicemente mi diede un bacio sulla guancia, come un padre affettuoso e premuroso con uno dei suoi figli.

Potrei fermarmi qui, ma c’è un’appendice di quella serata che aggiunge qualcosa: a fine cena Moebius prese a girare per i tavoli con un piccolo bloc notes, che porse ai disegnatori presenti pregando tutti di fargli un disegnino, un ricordo che avrebbe donato alla moglie. Così, quando fu il mio turno, disegnai incredulo e tremante un piccolo Jonathan Steele nel taccuino del Maestro.

Questo era l’uomo che ebbi la fortuna di conoscere.

Quello appena passato è stato il primo fine settimana, da mesi a questa parte, che non ho lavorato. A Mantova comics sono stato benissimo e ringrazio Riccardo, Carlo, Stefano e il grande capo Mauro per la consueta gentilezza e la splendida compagnia. Ho anche conosciuto di persona il vulcanico Mauro Uzzeo, un vero ciclone di vitalità. Ho potuto constatare che le aspettative per il prossimo numero di Nathan Never sono molto alte, merito del fantastico lavoro svolto da tutti sulla Guerra dei Mondi e delle intriganti premesse che daranno vita al prossimo ciclo narrativo delle avventure dell’agente Alfa. Ma ora basta, devo recarmi Altrove…

Sabato 25 sarò a Mantova comics. Sempre se riuscirò a spalare tutta la neve ed uscire di casa. Spero di farcela; ultimamente, non a causa del maltempo ma dei ritmi di lavoro, mi sento come se fossi agli arresti domiciliari. Ecco un piccolo estratto dall’illustrazione che firmerò allo stand Bonelli.

Dalle profondità nascoste dei miei cassetti è saltato fuori questo adattamento a fumetti della serie tv  Spazio 1999, scritto e disegnato quando avevo circa 14 anni. Copertina realizzata a china e tempera, interni a pennarello, rilegatura con filo di lana, storia completa di 18 pagine! Beata gioventù! Click sull’immagine per ingrandirla.

Non ho nulla da chiedere a Babbo Natale, se non che faccia il bravo e non mi porti via quello che ho avuto e che ho contribuito a costruire in questi anni: una famiglia, una casa, qualche buon amico, un lavoro che mi piace. Vabbè, ci sono gli acciacchi, ma finchè si riesce a superarli, che altro si può volere? Buone feste a tutti!

Sono talmente devoto al lavoro che d’ora in poi lavorerò inginocchiato! E’ arrivata la mia nuova sedia ergonomica, regalo di mia mamma non per Natale ma per il mio compleanno di sei mesi fa (il ritardo non è colpa sua, ci ho messo un po’ io a scegliere il regalo). Grazie mamma! La mia schiena e le mie gambe sapranno apprezzare!

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